Aveva faticato a dormire, nelle ultime sere che avevano seguito la riunione al concilio ristretto. Ogni volta che ci provava, avvertiva l’odore pungente della morte respirarle vicino e quando apriva gli occhi, di scatto, notava che non c’era nessuno vicino al suo letto. E anche di giorno, camminando per i corridoi della Fortezza, le sembrava di rivedere il volto pallido, come di ghiaccio, della sua ancella. E la scena di lei che si dimenava nelle fiamme era un ricordo ancora troppo vivo, per cancellarlo completamente. Il re aveva dato ordine che il pugnale della domestica fosse messo sotto chiave e che nessuno doveva toccarlo. Era in qualche parte nella Fortezza e, onestamente, non voleva neanche sapere dove.
Già pronta per scendere nella sala del trono, già gremita di invitati, ci mise un po' a realizzare che era giunta l’ora di scendere. Una sua ancella, la sostituta di Daiana, glielo fece notare con una vocina flebile, quasi intimorita di disturbarla. Daenerys annuì nella sua direzione, avviandosi verso il piano inferiore.
Il rosso dell’abito che aveva scelto spiccava, sulla sua pelle pallidissima. Al collo, un drago d’argento le avvolgeva la gola, e la coda del gioiello andava a toccare i ricami neri che aveva lungo il corpetto dove si apriva una modesta e giusta scollatura. I capelli biondi, intrecciati tra loro, erano lasciati all’indietro.
Re Aegon era già sulla soglia ed insieme entrarono nella sala del trono dove si levò un istante di silenzio che durò fino a quando non raggiunsero i posti principali del tavolo del banchetto allistito nella sala. Un cenno delle mani di Daenerys contribuì a far riprendere i festeggiamenti in onore del compleanno del principe Viseryon, con tanto di musici che suonavano in un angolo della sala.
Salutò rispettosamente ogni Lord e Lady che si avvicinarono per rendergli omaggio, a lei e al re, sforzandosi di mostrare un mezzo sorriso sereno, senza far trapelare nessuna paura. Non ne aveva del resto. Era una Targaryen e neanche un esercito di Estranei avrebbe potuto farla crollare. Ci avevano già provato, fallendo miseramente. Quella sera, quindi, Daenerys doveva lasciar spazio anche ad altro. Tipo all’idea del suo Primo Cavaliere circa il matrimonio delle sue figlie e forse era il caso di affrontare anche quello del principe stesso. Un argomento che non poteva essere rimandato in eterno. Attese quindi, di individuare Tyrion Lannister da qualche parte per la sala del trono.